Di antispecismo spiegato a mia mamma, al mio vicino, alla collega e al mio amico e di piccoli atti eco-rivoluzionari

Capita che a volte si esca dai confini della blogosfera incontrando persone in carne e ossa e creando legami preziosi. Ci si scambia ricette, si condividono peniseri e letture, come mi è successo con Silvia, quando al telefono qualche settimana fa mi ha consigliato un libricino sull’antispecismo.
Si tratta di L’antispecismo spiegato a mia mamma, al mio vicino, alla mia collega, al mio amico, edito da Troglodita Tribe S.p.A.f. (Società per azioni felici).


Gli autori vivono in campagna, tra autoproduzioni di libri, erbe selvatiche, istrici, patate, tavoli informativi sulla questione animale, neve e legna. Firmano gli articoli della rubrica Opinioni di un vegan sul mensile Terranuova e sono tra i fondatori della mappa vegana italiana.

Il libro è strutturato come un botta e risposta da cui emergono i punti essenziali sull’antispecismo, parola che indica un modello di società eco-centrica basata sui principi di equità, giustizia e solidarietà verso tutti, umani e animali.
In particolare l’antispecismo afferma che l’essere umano non è il centro dell’universo e che non può dominarlo, nè continuare a sfruttare tutte le altre specie. Non solo, l’antispecismo è una naturale evoluzione (e non una derivazione!) del pensiero antirazzista e antisessista, quindi in antitesi con qualunque forma di discriminazione sessuale, sociale, etnica, culturale, religiosa e con i totalitarismi di qualunque forma, in quanto fautori di un’ideologia del dominio, dell’oppressione e della repressione.
Si tratta dunque di un movimento che vuole liberare gli oppressi, con particolare attenzione agli animali perchè non hanno la possibilità, nelle attuali condizioni, di liberarsi da soli. Sono gli oppressi tra gli oppressi.

Il libro affronta una questione tanto delicata con parole semplici, adatte davvero a tutti, alla mamma, alla vicina di casa, al collega. Quando l’ho finito di leggere l’ho regalato a un’amica. Spero che lei farà altrettanto dopo averlo letto, perchè anche questo può essere un piccolo contributo a diffondere questa filosofia basata sulla pace e sul rispetto verso tutti e tutte.
Se vi ho incuriosito, è possibile ordinarne una copia scrivendo a questo indirizzo mail.

Qualcuno di voi l’ha già letto? Avete altri libri magari poco conosciuti sull’argomento da consigliarmi?

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Restando in tema di pacifiche rivoluzioni, vorrei rendervi partecipi di una recente scoperta. Tempo fa su un blog che mi piace leggere ho letto un articolo sulle coppette per il ciclo. Ne avevo già sentito parlare, ma fino a quel momento non avevo preso in considerazione l’ipotesi di provare, convinta che fossero poco igieniche e troppo complicate da usare.
Dopo aver letto il post di Paola però ho deciso di prenderne una. Così sono andata in farmacia, dove la dottoressa mi ha messo davanti diversi modelli, disponibili in due misure: la misura 1 è per chi non ha ancora avuto figli, la 2 per chi ne ha già.

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In realtà, sbirciando poi su internet, ho scoperto che esistono di tanti altri tipi, ovvero più morbide, più rigide, multicolor, richiudibili, con cordino, anello, senza nulla… ce n’è per tutte!

Le istruzioni all’interno sono piuttosto chiare, devo dire che usarla è stato molto più semplice di quanto pensassi.
Soprattutto mi ha convinto per i numerosi vantaggi. Si tratta infatti di una scelta ECOLOGICA: una coppetta dura anni, riducendo così il consumo di imballaggi, soprattutto plastica. Sapevate che una donna consuma in media fino a 10.000 assorbenti nel corso di una vita?!
Non solo, si RISPARMIA e non poco. Una coppetta costa in media sui 18/19 euro. Tenendo presente che un pacchetto di assorbenti ne costa corca 3, si fa presto ad ammortizzare il costo.
Infine è davvero COMODA, anche se si pratica sport, soprattutto in acqua.

Qui in particolare ho trovato un articolo dove spiega molto bene i falsi miti sul suo impiego.

E voi l’avete provata? Che ne pensate? Avete riscontrato una differenza a seconda delle marche?