I veri, grandi cambiamenti nelle nostre vite partono sempre da una molla soggettiva che custodiamo dentro, ma in ogni caso non possono che passare (e arricchirsi) dalla partecipazione di altri. Da soli non combineremo mai niente, mettiamocelo bene in testa. L’unico segreto è affiancarsi in maniera propositiva a chi è già sintonizzato sulla nostra lunghezza d’onda: è lì che ci sono le giuste energie per iniziare qualcosa di nuovo.
[Andrea Strozzi]
Era una giornata estiva, come ogni sabato eravamo appena tornati a casa dai nostri giri per la spesa, tra banchi del mercato, scaffali del supermercato e del negozietto bio. Come sempre, dopo aver sistemato pacchi di pasta, riso, lattine di legumi, confezioni di burger, sacchetti di frutta e verdura in frigo e nella dispensa, mi sono ritrovata con un sacchetto pieno di imballaggi di plastica da buttare. Quel giorno, un sabato come tanti, mi è scattato un ‘click.’ Ho guardato il mio amor e ci siamo ripromessi di provare a fare la spesa in modo diverso, perché non vogliamo più continuare a inquinare in questo modo. La scelta vegan di certo aiuta ad avere un’impronta più sostenibile, ma è possibile fare molto di più, per noi e per il Pianeta. Qualche post fa vi parlavo della nostra scelta di adottare prodotti ‘zero waste’ in bagno. Oggi vi racconto di come da quel giorno sia cambiata la nostra spesa per il cibo!
Innanzitutto, da quel giorno ho iniziato a leggere e informarmi, per capire se fosse stato possibile cambiare e come, pur vivendo in un contesto urbano, e spesso avendo poco tempo a disposizione. Per caso sono finita sul sito di Linda, in cui racconta di come lei, il suo compagno e i suoi 3 figli riescano a vivere in maniera sostenibile senza supermercati, televisione e automobile. In effetti sono 6 anni che viviamo senza automobile e senza televisione, e devo dire che all’inizio è solo questione di farci l’abitudine, poi diventa assolutamente normale e oggi non potrei mai pensare di lavorare per mantenere una macchina! E di certo non si può dire che abbiamo smesso di viaggiare, anzi! Il risparmio dato dal non avere più un’auto da mantenere ci ha permesso di muoverci ancora di più, usando treni, car sharing e altri mezzi. Forse è possibile affrancarsi anche dai supermercati, ci siamo detti… ma come?
Ho iniziato a leggere alcuni libri (tra tutti, consiglio Vivere senza supermercato, di Elena Tioli; Impatto zero, di Linda Maggiori e Zero rifiuti in casa, di Bea Johnson) e tramite Instagram mi sono avvicinata a una realtà a me poco conosciuta, ovvero le botteghe sfuse. Ho iniziato a seguire il profilo di labottegasfusa e quello di Desisfuseria, e a cercare realtà simili nella mia zona. Tramite passaparola, sono infine venuta a conoscenza di una bottega simile poco lontano da casa! Non ci potevo credere!
Come funziona: ci portiamo da casa barattoli o sacchetti di soffa vuoti e una volta lì li riempiamo con prodotti sfusi. Nel caso della bottega vicino casa nostra si tratta inoltre di prodotti biologici e per la maggior parte a km zero (tranne le lenticchie, che vengono dall’Umbria, o il riso, che viene da Vercelli e pochi altri).
Cosa acquistiamo:
pasta
riso
grano saraceno
miglio
sorgo
lenticchie
piselli
fagioli
fiocchi di avena
detersivi
spezie
aromi
tisane
Cosa mi piace delle botteghe sfuse: come nelle botteghe di una volta, c’è un rapporto diretto con chi lavora nel negozio, che è a disposizione per scambiare consigli, ricette e accompagnare durante la spesa.
Tutti i prodotti sono esposti in contenitori trasparenti, senza pubblicità. Le etichette indicano solo la provenienza e le caratteristiche (senza conservanti, senza additivi)
Inoltre, si risparmia! Su questo punto ero piuttosto prevenuta, ma mi sono ricreduta. Non essendoci imballaggi, i costi si riducono notevolmente, soprattutto in quei prodotti come le spezie, dove l’imballaggio influisce notevolmente sul costo.
Al mercato invece, dove acquistiamo la frutta e la verdura, abbiamo iniziato a portarci i sacchetti da casa, sempre gli stessi, che riutilizziamo ogni volta.
Una volta tornati a casa, l’unico rifiuto prodotto dalla nostra spesa è lo scontrino.
Questa è la nostra piccola esperienza. Con queste nuove abitudini, evitiamo di buttare decine di contenitori di plastica a settimana… figurarsi in un mese e in un anno! E voi, dove fate la spesa? Quali comportamenti adottate per ridurre l’impatto della spesa rispetto agli imballaggi?
Sul sito portalasporta trovate i dati sulla produzione di plastica. A livello mondiale si parla di 250 milioni di tonnellate, di cui il 40% è riservata agli imballaggi. Di questi, l‘80% finisce in mare.
Pensate che con i nostri rifiuti di plastica abbiamo creato un’isola galleggiante grande quattro volte l’Italia tra l’Oceano Pacifico, il Giappone e le Hawaii. Sono dati che fanno riflettere, in fondo basta poco per cambiare le nostre abitudini!
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Prima di salutarvi, come di consueto vi lascio con la mia compilation preferita del momento, che si intitola ‘un thè, un libro’ super rilassante e perfetta per queste giornate autunnali di pioggia!